Bertoldo e l’elezione del Presidente della Repubblica italiana
Dal mio Amico Gordon Gekko con il quale mi sono trovato al bar … tra un bicchier di vino ed un caffè …
Vi ricordate i racconti popolari del tardo 1600 che avevano per protagonisti Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno e le loro comiche “imprese” ma sempre all’insegna del buon senso e della furbizia popolare? Pensate che da questi racconti nel corso degli anni sono scaturiti aforismi, proverbi (ad esempio “farne una più di Bertoldo “) e via via anche dei giornali satirici che li ricordava nel loro nome e diversi film, l’ultimo della serie nel 1984 interpretato dall’indimenticabile Ugo Tognazzi .
Adesso vi chiederete cosa c’entrino con l’elezione del nostro Presidente della Repubblica con le avventure di Bertoldo & C., eppure rileggendoli anche solo come riassunto vi accorgerete che certe situazioni che oggi si stanno sviluppando a Roma nei Palazzi del Potere sono assolutamente identiche alle avventure di Bertoldo ed in particolare ad una di queste… In due parole un giorno Bertoldo ne combina una delle sue e l’Imperatore, stanco di continuare a perdonarlo per le sue imprese e se pur apprezzandone la furbizia e la saggezza popolare, lo condanno a morte per impiccagione. Bertoldo accetta la sentenza e pone solo una condizione: quella si scegliersi l’albero al quale essere impiccato e l’Imperatore accetta di buon grado, certo che comunque la cosa si sarebbe risolta in fretta.
Dunque Bertoldo parte dal castello dell’Imperatore e si incammina verso la vicina foresta scortato dalle guardie ed in compagnia del boia per trovare l’albero adatto… Ma passata qualche ora a girovagare per la foresta e dopo tanti alberi che gli sono stati proposti dal boia, Bertoldo dichiara di non aver trovato ancora quello che lo aggrada. Passa altro tempo e vengono visionati tanti altri alberi, e alla fine Bertoldo dichiara di aver trovato l’albero adatto e lo conferma alle guardie ed al boia che subito ne informano l’Imperatore, peccato che il prescelto sia solo un alberello alto due spanne e poco più e che ci vorranno molti anni prima che diventi l’albero adatto per impiccare Bertoldo … Alla fine l’Imperatore lo grazia ed anzi lo nomina suo consigliere e lo accoglie a Corte in pianta stabile, così la vita riprende serena. Bertoldo però, abituato a mangiare quel che riusciva a trovare nei campi e non certo i cibi sofisticati che gli vengono serviti a corte senza limiti e vivendo in modo agiato rispetto alla sua precedente esistenza randagia, finisce per ammalarsi e morire.
Una delle facili morali da trarre è che la furbizia non sempre ripaga chi la mette in atto, anzi a tempo e luogo può essere la causa della scomparsa dell’astuto cercatore di piante adatte che rifiuta tutte quelle che gli vengono proposte. Tutto questo non vi ricorda da vicino quello che sta accadendo a Roma in questi giorni? E sarebbe meglio che anche i furbi lo ricordassero bene, magari rileggendo tutti i racconti delle imprese di Bertoldo.
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