Travelogue mostra Mudec: un viaggio tra storie e culture
C’è un luogo a Milano dove il viaggio non si fa con la valigia, ma con lo sguardo, la memoria e l’immaginazione: è Travelogue mostra Mudec, un racconto collettivo che prende vita al MUDEC – Museo delle Culture. Dal 20 marzo al 21 settembre 2025, questa esperienza emozionale attraversa culture, continenti e tempi per parlarci di noi. Di quello che siamo stati, che siamo, e che potremmo diventare.
Il Mudec di Milano compie 10 anni e si racconta con Travelogue
Il Mudec di Milano celebra i suoi primi dieci anni con un progetto coraggioso, poetico e necessario. Per farlo, decide di guardarsi dentro. E fuori. Travelogue mostra Mudec nasce come un intreccio di esperienze, oggetti, memorie e persone. Un mosaico di voci che costruisce un percorso curatoriale articolato, grazie alla visione di Katya Inozemtseva e Sara Rizzo.
Ma non si ferma alle sale del museo: esce, cammina, abita le strade della città. Invade la memoria urbana, si fa nomade.
Una mostra che parla di viaggi, migrazioni e diaspore
Travelogue invita a ripensare il concetto di viaggio: non come vacanza, ma come movimento, trasformazione, incontro. È un invito urgente, in un mondo che si muove sempre di più – a volte senza sapere verso dove, o perché.
Un percorso emozionale tra oggetti, testimonianze e miti
La mostra è costruita come un racconto in capitoli. Così, ogni passaggio diventa un invito a sentire, immaginare, ricordare. Otto tappe che scorrono come pagine di un diario, valigie piene di identità, di strade polverose e oceani interiori.
Le otto tappe del percorso narrativo della mostra Travelogue
Il racconto visivo di Travelogue mostra Mudec si sviluppa attraverso otto segmenti narrativi. In questo modo, il visitatore può attraversare esperienze e culture diverse come se fossero pagine di un diario vivente. Ogni tappa è un’occasione per interrogarsi, emozionarsi e riconoscersi nell’altro.
Un viaggio in otto tappe, tra oggetti, simboli e visioni
- Il mito del viaggio: si parte dal principio, da quando il viaggio era ancora un mito. Da Caronte a Naylamp, dai versi di Dante ai miti fondativi. Prima ancora di muoversi con i piedi, l’uomo ha viaggiato con la mente, sognando l’altrove.
- Transumanze, nomadismi e resistenze culturali: una tappa del percorso dedicata alle migrazioni reali. Quelle fatte di necessità, adattamento, sopravvivenza. Dal nomadismo delle Ande ai deserti del Nord Africa, passando per il Mar Caspio, si esplorano i cammini di chi ha fatto del movimento uno stile di vita e una forma di resistenza.
- Il viaggio mentale: alcuni oggetti raccontano viaggi interiori: preghiere che trasportano, riti sciamanici, stati alterati di coscienza. Il corpo resta fermo, ma l’anima parte. Un segmento narrativo che parla di percezioni e dimensioni invisibili.
- L’immaginazione dell’altrove: il sinologo Carlo Puini non mise mai piede in Cina, ma viaggiò con l’immaginazione, tra le righe di un libro e dietro il vetro di una teca. Una tappa simbolica per ricordarci che si può partire anche restando fermi.
- Souvenir e oggetti migranti: cosa ci portiamo dietro da un viaggio? Una piuma amazzonica, una miniatura turistica? In questo segmento narrativo si riflette sul significato profondo dei ricordi materiali: memoria o mercificazione?
- Taccuini, mappe e memorie: il viaggio come autobiografia. Tra schizzi, fotografie e tratti di penna, i viaggiatori diventano narratori. Ogni traccia una scelta, ogni mappa un tentativo di orientarsi nel mondo e dentro sé stessi.
- Migrazioni e diaspore: la tappa più attuale e urgente. Le migrazioni forzate, le ferite collettive, le storie sospese. Un’installazione video di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, e i dipinti di Adrian Paci ci guidano in un presente che non possiamo ignorare.
- Oltre il museo: la mostra non si chiude dentro le sale. Esce, invade la città. Con un murale nel quartiere San Siro e un percorso di poster art in via Ventimiglia realizzato con IED Milano, Travelogue si fa pubblico, diffuso, urbano. Una tappa del percorso che trasforma Milano in un museo a cielo aperto.
Travelogue oltre il Mudec: la mostra diffusa nella città
Arte urbana e poster art: Milano diventa museo a cielo aperto
Nel quartiere San Siro un murale diventa manifesto del viaggio. In via Ventimiglia, un percorso di poster art in collaborazione con lo IED Milano racconta le migrazioni attraverso l’arte pubblica. La città diventa museo. Le strade, pagine.
Eventi, cinema e parole: un palinsesto ricco di storie
Non solo arte visiva: in effetti, il viaggio prende anche voce, corpo e suono. Alla Cineteca Milano, nei monologhi di Gabriele Del Grande, nei talk e convegni, ogni evento diventa una tappa. Ogni parola, una bussola.
Il Mudec oggi: museo vivo, accessibile e inclusivo
Travelogue non è solo una mostra, è un’esperienza collettiva, aperta. Un dialogo. Un organismo vivo.
Accessibilità e linguaggi semplificati: una mostra per tutti
Con QR code, spiegazioni semplificate, linguaggi accessibili anche a chi ha difficoltà cognitive o linguistiche, la mostra si apre davvero a tutti. Perché il viaggio è – e deve essere – un diritto universale.
Perché visitare Travelogue al Mudec: un consiglio da Geco
Infine, vale la pena ricordare che Travelogue mostra Mudec non racconta solo il viaggio: ti fa viaggiare. E ti ricorda che, in fondo, ogni passo, ogni sogno, ogni memoria… è una migrazione dell’anima.
Informazioni utili per visitare Travelogue al Mudec
Se anche tu hai voglia di lasciarti ispirare da un viaggio fatto di emozioni, storie e incontri, segna queste date e indicazioni:
- Quando: dal 20 marzo al 21 settembre 2025, proprio fino all’equinozio d’autunno. Tempismo poetico!
- Dove: al Mudec – Museo delle Culture, in via Tortona 56 a Milano. Un punto di partenza perfetto per nuove rotte interiori.
- Ingresso: completamente gratuito. Perché il viaggio culturale deve essere accessibile a tutti.
- Orari di apertura:
– Lunedì: 14.30 – 19.30
– Martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica: 9.30 – 19.30
– Giovedì: 9.30 – 22.30 (sì, c’è anche la magia serale!) - Sito ufficiale: www.mudec.it – per dettagli, aggiornamenti e curiosità dietro le quinte.
Consiglio da Geco: vai con chi ha voglia di camminare lento, osservare, riflettere. E magari anche restare un po’ in silenzio davanti a un’opera che parla da sola.
Articolo a cura di Geco Gaudenzio, per Goditilavita.it.
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