The Running Man: fuga al cinema con wright
Immagina di essere inseguito per trenta giorni, senza sosta, da una banda di killer professionisti, mentre milioni di spettatori fanno il tifo per vederti cadere… No, non è una normale giornata su Twitter: è The Running Man, il nuovo film diretto dal geniale Edgar Wright, in arrivo nei cinema italiani dal 13 novembre grazie a Paramount Pictures.
Un mix esplosivo di adrenalina, critica sociale, star hollywoodiane e distopia più attuale che mai, tratto nientemeno che da un romanzo di Stephen King (pubblicato originariamente sotto lo pseudonimo Richard Bachman – perché anche i Re, ogni tanto, si travestono).
Se sei un amante del cinema che ti prende per il colletto e ti scaraventa nello schermo… allaccia le cinture. O meglio: corri.
Una distopia al passo coi tempi (forse anche troppo)
Nel mondo di The Running Man, la televisione ha smesso di fingere di essere “intrattenimento educativo”: il reality più seguito al mondo consiste nel guardare persone reali scappare da killer reali, in diretta, per sopravvivere.
Una distopia? Sì. Una critica pungente? Pure. Ma anche un inquietante specchio del nostro rapporto col voyeurismo di massa, tra dirette, like, commenti rabbiosi e un pizzico di “gogna collettiva” che tanto piace al pubblico.
Se pensavi che Black Mirror fosse già inquietante, questo film ti farà rivalutare anche i programmi delle 14:00 su certi canali generalisti.
Chi è ben richards e perché corre come se non ci fosse un domani
Il protagonista, Ben Richards, interpretato da un sorprendente Glen Powell, è un uomo normale con un problema straordinario: sua figlia è gravemente malata e l’unico modo per salvarla è… partecipare al gioco.
Non perché ami la corsa (spoiler: la odia), ma perché non ha scelta. Viene convinto da Dan Killian (un Josh Brolin carismatico quanto inquietante), il produttore del programma: un uomo che trasforma la sofferenza in spettacolo, la paura in share e la morte in intrattenimento da prima serata.
Cacciatori, share e spettatori spietati
I “Cacciatori” non sono semplici villain con maschere colorate. Sono icone mediatiche, armi umane e perfetti protagonisti per generare milioni di visualizzazioni. L’arena è il mondo intero. Le regole? Una sola: se ti prendono, sei morto. Fine.
Ma Ben non segue il copione. Non è un agnello sacrificale. È uno che lotta, sorprende, scappa e… funziona. Gli ascolti volano, i social esplodono, la gente lo ama. Ed è qui che il gioco cambia: quando diventi un idolo in un sistema che vive della tua distruzione, sei davvero in pericolo.
Un cast da urlo (letteralmente)
In questa folle corsa troviamo un cast stellare che funziona alla grande:
- Glen Powell, che mette muscoli e cuore in un ruolo più profondo del previsto
- Josh Brolin, nel ruolo del villain manipolatore
- William H. Macy, Lee Pace, Emilia Jones, Michael Cera, Daniel Ezra, Jayme Lawson, Colman Domingo
Un gruppo ben diretto, che riesce a muoversi tra ironia, pathos e spettacolo senza perdere il controllo (a differenza dei protagonisti del film).
Edgar wright dietro la macchina da presa
Quando si parla di Edgar Wright, si parla di ritmo, montaggio serrato e colonna sonora impeccabile.
Dopo Baby Driver e Shaun of the Dead, con The Running Man Wright esplora un territorio più cupo, ma mantiene intatto il suo stile. Il film è intenso, cinico e coinvolgente. E – nei momenti giusti – sorprendentemente ironico.
Un re dietro le quinte: l’ombra lunga di stephen king
Il film è basato sul romanzo di Stephen King del 1982. Chi ha in mente la versione del 1987 con Schwarzenegger… dimenticatela. Questa è un’altra storia: più cruda, più umana, più attuale.
Wright e Michael Bacall (co-sceneggiatore) hanno rielaborato il materiale con rispetto, aggiungendo nuova urgenza narrativa. Il risultato? Una corsa disperata che fa riflettere.
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Ora, torniamo al nostro mondo. Quello dove nessuno ti insegue per strada (almeno si spera), e l’unica cosa da rincorrere è… un’offerta bomba.
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Una corsa da non perdere: vale la pena inseguirlo?
The Running Man è un film d’azione, ma anche un film di pensiero. È adrenalina e critica sociale, è colpi di scena e colpi al cuore. È un “e se succedesse davvero?” che ti accompagna anche dopo i titoli di coda.
Quindi sì, cari bipedi cinefili: lasciate perdere le serie TV infinite, chiudete i social per due ore e correte al cinema.
Non per salvarvi la pelle, ma per godervi uno spettacolo adrenalinico e attuale. E magari, mentre scorre l’ultima scena, ricordarvi che la vita vera non va guardata dallo schermo… ma vissuta, con un po’ meno cinismo e un po’ più di Geco-style.
Biglietti da 5,85€, multisala in tutta Italia, popcorn a volontà e una bella scusa per uscire di casa.
Cosa state aspettando? Il pubblico è pronto. La corsa è cominciata.
Goditilavita. Sul serio. 🦎
Articolo a cura di Geco Gaudenzio, per Goditilavita.it.
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