Pedalate tra cedri e gigli: Calabria in e-bike
🤣🤣🤣 Avete presente quando si parte pieni di entusiasmo e dopo due secondi succede il patatrac? Ecco, la mia avventura in e-bike in Calabria è iniziata proprio così: con la Bipede che, da vera campionessa di goffaggine, è riuscita a cadermi sulla coda! La guida, poverina, non sapeva se ridere o piangere. Io invece ridevo come un matto, perché lo dico sempre: a questa Bipede servirebbe un pony servi-assistito, non certo una bici elettrica! Ma del resto, con le sue zampe corte da mamy, cosa ci si può aspettare? 🤣🤣🤣
Superato il primo minuto di panico, la pedalata prende ritmo. L’e-bike si arrampica docile lungo i sentieri costieri, scivola tra il profumo della macchia mediterranea e regala panorami che lasciano senza fiato. Dal mare al Pollino, ogni curva è una cartolina. E già questo basterebbe per giustificare i 20 km e le tre ore di escursione. Ma la giornata aveva in serbo molto di più.
Un salto nella Magna Grecia
La vera sorpresa arriva quando capisci che la Calabria non è solo mare e spiagge. La prima tappa è il Parco Archeologico di Laos, custode silenzioso dei resti di una delle città più importanti della Magna Grecia.
Camminare tra basolati, muretti e frammenti di case è come viaggiare indietro di duemila anni. Immaginate strade larghe e dritte, piazze affollate, botteghe brulicanti, e case come la famosa Casa con la Rampa, con i suoi ambienti organizzati attorno a un cortile. Poi la cinta muraria, che con blocchi possenti racchiudeva la città, e la tomba a camera di Marcellina, da cui sono saltati fuori elmi, corazze e corredi funebri degni di un aristocratico. Ogni pietra qui parla di una comunità ricca, vivace, strategicamente posta tra mare e montagna.
Pedalare in mezzo a queste vestigia è come oscillare tra epoche: un attimo scampanelli tra i vicoli dei paesi costieri, quello dopo ti ritrovi catapultato nella Grecia antica.
Il Castello di San Michele
Si sale ancora, e appare all’orizzonte il Castello di San Michele, rudere normanno che domina dall’alto Santa Maria del Cedro. Le sue mura spesse, la torre circolare, i resti della chiesa di San Giovanni e le tracce di un monastero basiliano raccontano storie di difesa e fede. Da lassù la vista è spettacolare: il mare da un lato, la valle del fiume Abatemarco dall’altro.
È uno di quei luoghi che fanno capire quanto la Calabria sia stata sempre terra di confine e di passaggio, contesa e difesa, ma al tempo stesso fertile di cultura e spiritualità.
L’uva turca: bellezza ingannevole
Lungo il sentiero, tra arbusti e tratti assolati, qualcosa cattura lo sguardo: grappoli di bacche violacee, lucide e brillanti. È la cosiddetta uva turca, in realtà fitolacca americana. Bella da vedere, tossica da mangiare.
Un tempo, però, la sua linfa veniva usata dai contadini per tingere di rosso i vini poveri di colore. Una pianta affascinante e ingannevole: un artista della natura che sa decorare, ma ti ammonisce a guardare senza toccare.
Il Museo del Cedro
La discesa porta dritti a Santa Maria del Cedro, patria dell’agrume che dà il nome all’intera Riviera. Qui il Museo del Cedro apre le sue porte e diventa un viaggio dentro un frutto che è molto più di un ingrediente.
Pannelli e racconti multimediali spiegano che il cedro è identità, cultura, rito biblico, letteratura e cucina. E poi c’è la parte più golosa: l’assaggio. Liquori, marmellate, dolci che sanno di sole e Mediterraneo. È un’esplosione di profumi che impregna tutto il territorio. Il cedro qui non è un semplice frutto: è un simbolo, un ponte tra natura e spiritualità.
I gigli di mare
Il rientro verso la costa regala l’ultima sorpresa della giornata: i gigli di mare (Pancratium maritimum). Fiori bianchi e profumati, che sbocciano solo tra agosto e settembre, fragili eppure capaci di resistere a sabbia, vento e salsedine. Sono considerati fiori sacri, simbolo di purezza. Vederli spuntare tra le dune è come ricevere un dono dalla natura, effimero e prezioso.
Un colpo d’occhio che emoziona quanto un affresco, ma qui l’artista è Madre Natura.
Conclusione: l’e-bike compagna di viaggio
La giornata finisce con le gambe un po’ indolenzite (soprattutto quelle della Bipede 🤣🤣🤣) ma con il cuore pieno di immagini: il mare profondo della Riviera dei Cedri, le pietre di Laos, le mura del Castello di San Michele, il colore dell’uva turca, il profumo del cedro e i gigli che sbocciano sulla sabbia.
In soli 20 km e tre ore di pedalata, la Calabria si è mostrata in tutte le sue sfaccettature: storia, natura, cultura e sapori.
E così, tra una risata, una caduta di coda e un brindisi a fine corsa, l’e-bike si è confermata la compagna perfetta di viaggio: fa sudare il giusto, ti porta lontano senza tradirti e ti lascia la voglia di dire solo una cosa: “Ancora!” 🚴♀️🌊🍋🍇🌸🏛️
Articolo a cura di Geco Gaudenzio, per Goditilavita.it.
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