Karavostasi … ricordi di un viaggio ora ancora possibile
Chi non ricorda l’incantevole Romy Schneider? Ecco oggi nella tappa di trasferimento, visto che il volo sbarca a Corfù, non mi faccio mancare in attesa del traghetto, la visita al Museo di Achilleio, residenza in più periodi dell’anno di una delle donne che posso definire fuori dal tempo, nel suo tempo la Principessa Sissi. L’Achilleio lo chiamò cosi proprio in onore del Grande Achille la cui statua, che lo ritrae decisamente sofferente per la famosa freccia al tendine, capeggia in uno dei terrazzi della villa.
Nella storia questa bellissima Villa fu anche ospedale militare nella I guerra mondiale. Se capitate a Corfù non perdetevela perché la Villa, con la sua monumentale scalinata e la vista che se ne gode dai giardini meritano di essere visti; a me sembra proprio di essere all’interno della pellicola del vecchio film in cui Sissi scelse questa location per il suo soggiorno riabilitativo dopo la lunga malattia.
Quando parto per un viaggio tutto ciò che accade da e per la meta è parte della vacanza fonte di interesse, ilarità, scocciatura, nervosismo e ironia per esempio … cosa è successo nella giornata …Corro, si fa per dire … la Bipede corre a prendere un treno che mi deve portare in aeroporto e scopro che per un guasto agli scambi ci sono circa 40′ di ritardo … per fortuna di treni in coincidenza c’è ne sono ogni 10′ minuti quindi prendo il primo che arriva … Proseguo con l’ennesima discussione sul blocco del bagaglio a mano da parte di EasyJet felicemente risolto con un gecofavore da parte del Capitano poi finalmente la prima meta … Corfù dove il traghetto che ci deve portare a Karavostasi dopo un’ora dall’imbarco mi informa che per un incaglio dell’ancora non riesce a lasciare il porto … uhmmm … Arriverò all’Elina? Certamente, ma è tarda sera poco prima della mezzanotte … penso che sarò fortunato se trovo una bottiglia di acqua per la notte e a dirla tutta la giornata è stata davvero avventurosa e ho solo sonno … invece ad accogliermi trovo l’intera famiglia con una luculiana cena dalla A alla Z che dire … il soggiorno greco comincia alla grande e le disavventure con mezzi di trasporto ora sono solo fonte di ilarità.
Nota tecnica per chi ancora non lo avesse scoperto: Le compagnie charterizzate accettano solo circa 70 bagagli a mano perciò vi consiglio di mettervi in fila subito all’apertura del gate ammenochè non sia uno stratagemma per avere l’imbarco in stiva gratis ahahah!!!
Nel soggiorno all’Hotel Elina vengono offerte nel pacchetto alcune escursioni di default e la prima è niente meno che ai Monasteri di Meteora … luoghi mistici costruiti su falesie, meritano davvero il loro nome che significa appunto “sospeso in aria” wow! Come possibile per i tempi che furono costruire queste meraviglie architettoniche per me rimane il mistero, ma se venite in Grecia questa tappa non potete proprio saltarla. I Monasteri oggi abitati e quindi visitabili sono 6 dei 24 che ne furono edificati. Io ne ho visti solo 2 tra questi Santo Stefano con gli splendidi affreschi perfettamente conservati e Gran Meteora che sfida la visita dei fedeli o curiosi con i suoi 600 gradini tra andata e ritorno ahahah! Già vedere il serpente colorato di umani zizzagare salendo è uno spettacolo, ma come mi ricorda l’A-micio “Umani! Entrerete solo con spalle e ginocchia coperte” ma niente preoccupazioni di dovervi coprire troppo con il caldo, se avete abiti succinti all’ingresso vi verranno forniti grembiuli pareo atti allo scopo. Nel ritorno mi soffermo in quella che avevo considerato solo una rientranza nella roccia decisamente piena di ruffo e spazzatura varia, scopro che è proprio tutt’altro, un piccolo altarino quasi sommerso da foglietti di carta che il vento sposta e fa volare a suo piacimento, ne raccolgo qualcuno e leggo, commosso, scopro che sono tutti voti fatti dagli umani che passano di qui. Nulla che fermi questi pensieri, sogni, ringraziamenti, richieste, Eolo diventa un alleato prezioso per la loro divulgazione, un foglietto portato dal vento sul quale un unico e solo pensiero diventa una speranza e un ultimo appello.
Siccome non so stare fermo … ahahah! Leggo delle Sorgenti di Acheronte … come in una reminiscenza dantesca, mi ritrovo a fare un trekking … nel mitico fiume ahahah! La Grecia è anche questo: un sentiero che parte e s’inerpica in un bosco dove detta legge solo Madre Natura, tronchi di alberi secolari che stimolano la mia fantasia con le loro forme fino a farmi pensare ad una persona accovacciata con la testa tra le mani e poi il fiume che scorre accanto sembra lento o forse lo è … in fondo al sentiero ecco che comincia l’avventura alla scoperta delle Gole. Qui dovrete abbandonare ogni speranza di … non bagnarvi ahahah! Questa passeggiata si fa camminando nel fiume delle anime, l’Acheronte, muniti solo si scarpini adatti agli scogli e il costume per voi umani o per i più freddolosi anche di una muta. Lungo il percorso dove l’acqua ad ogni passo crea un fantastico massaggio che arriva anche fino alla coscia, le rocce a strapiombo giocano con l’acqua che sgorga dalle fenditure come lacrime di defunti … l’impressione è di eterna attesa e si va avanti perché non se ne capisce la fine ahahah! Tranquilli che si può tornare indietro, quindi calcolare il tempo della passeggiata è del tutto soggettivo. Al ritorno perso nell’esperienza appena trascorsa un’altra emozione mi aspetta … un canotto con Caronte al comando mi trasporterà al ristorante per il pranzo, non senza passare per le rapide e il paesaggio che contrasta l’adrenalinico rafting ahahah! Dopo questa accolgo molto favorevolmente una giornata di relax in spiaggia ahahah!
Nota tecnica: è un’escursione che ha un costo di circa 20/30 euro pranzo incluso. Sono necessari: delle scarpe comode anche da corsa per i sentieri montani, i calzari per gli scogli e il costume, il consiglio è di partire solo con questi elementi senza zaini o altro in mano se volete poi fare un bel bagno rassodante e riattivante; da considerare che l’acqua del fiume è tra gli 8 e i 10 gradi ora che siamo a settembre inoltrato.
Ora vi parlo dell’Hotel Elina che ci ospita in questo soggiorno… beh vi racconto come mi sento e la parola che mi viene e che descrive bene la sensazione è comoda. Un hotel a gestione famigliare, qui tutto è allegria e disponibilità, Filippo, Antonio, mamma e papà Voulgaris sono l’emblema del detto spagnolo “mi casa es tu casa”. Inserito in un contesto isolato , ma non troppo, circondato da ulivi secolari e tanti sentieri vi invito a passeggiare nelle ore più calde o in quelle di alba/tramonto, l’olfatto è messo a dura prova da questa natura i profumi della macchia mediterranea, dei frutti , dai fichi all’uva, dal mirto ai limoni che nel giardino dell’hotel crescono davvero bene, sono inebrianti soprattutto all’inizio del giorno e di notte dove si mischiano con l’odore del mare che dista solo 150mt per la strada più lunga, una bellissima baia quella di Karavostasi con sabbia e ciottoli piccoli e arrotondati, in questa stagione settembre, non troppo calda da dover saltellare nell’ombra di un ombrellone all’altra ahahah! Ci si immerge in mare sempre calmo, trasparente e se state fermi per un po’ i pescetti vi faranno una perfetta pedicure. Non mancano locali dove attingere ogni bevanda rinfrescante, ma non aspettatevi Corso Vittorio Emanuele ahahah! Volete fare sport? Anche questo non manca dalle bocce alle canoe, alle biciclette la più gettonata delle attività … lo svaccamento!
… e alla sera che si fa? Visto che ho oziato/dormito/oziato sulla panzotta della Bipede tutto il giorno stasera si va in vita in uno dei centri vicini all’Hotel Elina, il driver Antonio non si fa certo pregare per darmi un passaggio sia in andata e poi nel ritorno concordando un orario.
Vi sono 3 paesi in verità: Perdika, Sivota e quella che mi ha colpito di più Parga, di notte il rudere di castello che la sovrasta sembra la rocca piratesca le luci dall’azzurro al rosso che si riflettono sul lungomare brulicante di locali la fanno apparire davvero misteriosa e adrenalinica … esagerato! Ahahah! Provate, provate e il fiatone per quando avrete finito i 50 gradoni per arrivare in cima al castello mi darà ragione, ma sono stato ripagato dal godere di tutte le botteghe in cui ho messo la coda, se saprete guardare c’è ne sono di davvero originali … per molti aspetti vicoletti simili alla nostra Liguria per altri aspetti al monte di San Marino, proprio vero che dove vai, vai l’impronta italica/romana la si ritrova. Mi fermo in uno dei tanti locali e ordino una metaxa invecchiata come la Bipede e con sorpresa me la servono del bicchiere giusto e come nei locali cinque stelle lusso appoggiato ad un bicchiere con acqua calda per far gustare tutti gli effluvi ed il gusto di questo tipico cognac greco.
Nota tecnica: i paesi distano dai 6 ai 15km circa dall’hotel
Giornata ideale per una gita alla scoperta delle isole vicine quindi armato di sacco pranzo preparato con amorevole cura … due panozzi imbottiti, un frutto e l’immancabile acqua mi imbarco per raggiungere la prima isola Antipaxos la più piccola e come capita spesso ai piccoli, la più selvaggia, aspra e ispida, ma che riserva un cuore di sabbia finissima come borotalco in una spiaggetta che ovviamente devo raggiungere a nuoto … vabbè Bipedeee! Buttati che è calda e io ho bisogno del canotto rappresentato dalla tua panzotta. Essere immersi in quest’acqua cristallina che ricorda il fiume Acheronte ma al contrario calda come non ti aspetteresti, con macchie brune date dai banchi di spugne è paradisiaco… nuotiamo fino alla grotta dove i molti turisti si sono inventati degli altarini di sassi impilati anche pericolosamente degli anfratti degli scogli ed ecco qua, che basta che attracchi ‘sto tricheco di Bipede e mi smonta con la sua zampona due sculture ahahah!
Come tutti i sogni finiscono ma non le sorprese, risaliamo a bordo per andare verso l’isola di Paxos, lungo la costa delle isole speroni di roccia che sono molto simili ai faraglioni di Capri si fanno agevolmente circumnavigare arriviamo a Gaios centro dell’isola che già dal nome mette allegria, arrivando vedo un porto con le vecchie case coloniali colorate in pastello che mi ricordano Burano solo che qui il sole caldo invece della nebbia veneziana le fa apparire gioiose anziché malinconiche. Bipede, io mi ci trasferisco! È proprio un paese a misura di Geco. Striscio qua e là e poi mi fermo in uno dei tanti locali fronte porto due sorsi della birra di Mamy e mi deve prendere per la coda sennò ci affogo dentro ahahah! #mavacca! La bellissima giornata volge al termine e rientro all’Elina con questo pensiero fisso, qui ho trovato davvero per la prima volta un luogo dove sento che potrei viverci.
Ultimo giorno di sole, mare, brezza leggera, giochi di spiaggia e relax in uno dei piccoli baretti ai margini della spiaggia o sulla terrazza di uno dei ristoranti locali a Karavostasi che non ho provato poiché la cucina dell’Elina soddisfa ogni esigenza, tranne forse quella per i celiaci che hanno bisogno della massima attenzione … ricordo con piacere la marmitta con la pasta fumante e il mestolo di acciaio portati in tavola come in un film di Alberto Sordi … sicuramente non un servizio da Grand Hotel ma sicuramente con il sapore di casa. Mi sorseggio un aperitivo tipico che consiste in Ouzo e un Meze un piattino con quello che la cucina del momento offre, il più classico: feta, olive, pane tostato, pomodoro e l’immancabile, gustosissima Tzatzki la salsa allo yogurt con cetriolo e aglio. Godo ancora un po’ degli ultimi raggi di sole … arrivederci Karavostasi e grazie Hotel Elina e alla tua splendida famiglia, per avermi accolto e fatto conoscere una Grecia inedita.
Vostro Geco Gaudenzio 🙂
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