Chiharu Shiota MUDEC: neve sospesa e memoria
Un paesaggio sospeso tra fili e memoria
Dal 19 novembre 2025 al 28 giugno 2026, il MUDEC – Museo delle Culture di Milano – presenta una nuova, monumentale installazione dell’artista giapponese Chiharu Shiota. L’opera si intitola The Moment the Snow Melts [Il momento in cui la neve si scioglie] ed è ospitata nello spazio aperto dell’Agorà, il cuore architettonico del museo.
Progettata come installazione site-specific – ovvero pensata in relazione diretta con l’ambiente che la accoglie – l’opera è un invito poetico a riflettere sulla memoria, sull’assenza e sulla fragilità delle relazioni umane. L’accesso è gratuito e l’esperienza, va detto, merita una pausa dal ritmo cittadino.
La distesa di fili rossi e neri che cala dall’alto dell’Agorà forma una sorta di nevicata sospesa, mai giunta a terra, in cui fogli e biglietti fluttuanti contengono nomi, frammenti, storie.
Il MUDEC: un ponte tra culture
Il MUDEC interpreta il museo come spazio di dialogo e scoperta. Nato nel cuore di zona Tortona, in un edificio dal design contemporaneo che fonde vetro, cemento e luce, rappresenta uno dei centri più vitali della scena culturale milanese. Le sue esposizioni spaziano dall’arte etnografica alle installazioni contemporanee, creando connessioni inaspettate tra mondi e linguaggi diversi.
L’Agorà, spazio aperto centrale, non è solo un passaggio ma un luogo di incontro e meraviglia, dove installazioni come quella di Shiota trasformano la quotidianità in poesia visiva. In occasione delle Olimpiadi Invernali 2026, il MUDEC ha scelto proprio la neve come filo conduttore della sua proposta culturale, avviando un percorso che unisce arte, scienza e narrazione.
Chiharu Shiota: l’arte come filo dell’anima
Nata a Osaka nel 1972, Chiharu Shiota vive e lavora a Berlino. La sua arte nasce spesso da esperienze personali che si espandono in riflessioni universali. Attraverso fili intrecciati, oggetti quotidiani e spazi immersivi, Shiota racconta l’assenza come forma di presenza, il vuoto come testimonianza di ciò che è stato.
Ha rappresentato il Giappone alla Biennale di Venezia del 2015 e ha esposto nei maggiori musei del mondo. Le sue opere sono spesso costruite come ambienti in cui lo spettatore entra fisicamente, diventando parte della narrazione emotiva. In The Moment the Snow Melts, l’artista invita il pubblico a contribuire direttamente.
Vuoi dare il tuo contributo a questa installazione?
Una delle particolarità più coinvolgenti dell’opera di Chiharu Shiota è la sua dimensione partecipativa. Chi visita la mostra può lasciare un pensiero, un nome, un frammento di memoria su un foglio, da inserire in un’apposita urna situata all’interno del museo. Alcuni di questi messaggi verranno stampati e aggiunti all’installazione, diventando parte integrante del paesaggio sospeso nell’Agorà.
Un modo poetico per intrecciare la propria storia a quella degli altri, e per sentirsi non solo spettatori, ma anche coautori di un’opera che cambia e cresce nel tempo.
La neve, fragile custode del tempo
In molte culture, la neve è simbolo di purezza, silenzio, trasformazione. Nel contesto dell’installazione al MUDEC, diventa metafora dell’ultimo istante prima della fine, del momento in cui qualcosa si dissolve ma non svanisce davvero.
Il progetto si inserisce nel programma dell’Olimpiade Culturale Milano-Cortina 2026 e anticipa la mostra Il senso della neve, prevista per febbraio, che esplorerà il tema da prospettive antropologiche, scientifiche e artistiche.
Così come la neve si scioglie al primo sole lasciando tracce fugaci, i ricordi si trasformano nel tempo, ma continuano a parlarci. Shiota cattura questa tensione tra perdita e memoria, tra distacco e affetto, con una delicatezza che tocca corde profonde.
Come vivere l’installazione
L’opera è visibile gratuitamente durante gli orari di apertura del museo. Il consiglio è di visitarla in un momento di quiete, magari in tarda mattinata o nei giorni feriali.
Fermarsi, osservare in silenzio, leggere i nomi sospesi, lasciarsi attraversare dai fili come se si stesse attraversando un pensiero. E se lo desiderate, potete anche contribuire lasciando un vostro ricordo scritto: un piccolo frammento che diventerà parte dell’opera.
Il consiglio del geco
Non sottovalutate il potere delle piccole cose. Un filo, un nome, un ricordo: sono elementi minimi, ma possono legare mondi interi. Se passate dal MUDEC, concedetevi questo viaggio sospeso tra le trame del tempo. Magari uscite diversi da come siete entrati.
E se siete dei tipi da geco, sappiate che restare fermi in silenzio appesi a un muro è già una forma di meditazione… anche se, per noi gechi, è molto meglio il sole della neve!
Articolo a cura di Marisan, per Goditilavita.it.
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