Alto Adige e la Galleria di Base del Brennero
Come arrivare alla mitica Antermoia con pochi bagagli e usando le ferrovie … spedito il Papy con i bagagli più ingombranti via gomma eccomi ad esplorare un viaggio conosciuto, ma che ogni anno offre particolarità affascinanti.
Le tappe ferroviarie al d-day dello smottamento per troppa pioggia: Milano – Bolzano – Fortezza – San Lorenzo di Sebato totale viaggio 5 ore circa, osservando la strana umanità che più mi avvicino all’Alto Adige più è colorata, ma nessuno arriva ad essere verde come me Geco Gaudenzio 🤣🤣🤣 Il tempo oggi è bigio ma mi aspetta una calda sauna nell’accogliente centro benessere dell’hotel Putia, non appena sbarco alla stazione dove mi aspetta Papy per percorrere in auto l’ultimo miglio. Lungo il percorso il “caldo” Re delle Ande Alpaca, che ormai da anni staziona a pochi metri da Castel Del Tor ci accoglie stagliandosi sulle vette alle spalle ruminando golosamente. È domenica e qui l’happy hour è di rigore, nota innovativa è il gustoso affettato di cervo con composta di mirtilli una vera delizia con un poco, “poco” alcoolico “Tocco Rosso” 🤣🤣🤣🍹👍🦎😉
Alla cena viene offerta la pillola del giorno: “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare – by Seneca” bella la frase, ma a volte è bene ricordare che anche quando si sta fermi qualcosa accade.
Per la prima escursione di quest’ anno occorre raggiungere La Villa in auto e con un primo tratto di ovovia (costo di sola andata circa 11,40 euro per umano adulto), si scende per trovare un panettone con tante opportunità tutte mediamente facili e dove trovo anche un percorso fiabesco, che percorro per un pezzo verso la meta il rifugio Pralongià. Il percorso facile su una comoda carrareccia che oggi pare l’autostrada del sole il 15 di agosto 🤣🤣🤣 tra passeggini, biciclette di ogni tipo, pelosi di ogni taglia e … troppa umanità 🤣🤣🤣 vi riporto la fiaba che a tappe diletta gli umani di ogni età. La leggenda di:
Re Ombro e Ombretta
“A monte dei Serrai di Sottoguda, un portale di bronzo segnava l’inizio del regno di Re Ombro
Nell’alta Val Pettorina, troviamo una bellissima leggenda ladina che si perde nella notte dei tempi, la quale narra che l’entrata dei Serrai di Sottoguda, a monte dell’omonimo villaggio, fosse preclusa da un gigantesco portone bronzeo, oltre al quale si estendeva il mitico e fiabesco Regno di Re Ombro.
Questi abitava in un meraviglioso castello di alabastro che pochi avevano potuto ammirare, perché proibito alla gente comune. Egli aveva una figlia bellissima, di nome Ombretta, la quale, per il suo carattere gioioso e allegro, era amata da tutti i suoi sudditi.
Tanto essa era amata dal suo popolo, quanto era odiata dalla matrigna che vedeva in lei un ostacolo per l’avvenire delle sue figlie, per la verità non molto avvenenti.
Infatti, i Principi e i Cavalieri che venivano in vista al castello, non avevano occhi che per la bella Ombretta, trascurando ovviamente le figlie della perfida Regina che per quanto si sforzasse di volerle sposare con qualche Principe, si rendeva conto, sempre più, che i suoi sforzi sarebbero stati vani.
Un bel giorno un Principe, innamoratosi di Ombretta, chiese al Re l’onore di farla sua sposa; questi ben felice, acconsentì.
Immediatamente la notizia si sparse per tutto il reame, e anche al di fuori dei suoi confini. Fu così che iniziarono subito i preparativi per le principesche nozze. Il Re diede ordine che per quel giorno speciale tutti i sudditi fossero presenti e naturalmente, invitò i nobili della regione. Doveva essere insomma un matrimonio degno di sua figlia.
La matrigna però, piena di invidia e di odio, decise di vendicarsi e, prima che si giungesse al fatidico giorno delle nozze, mandò chiamare una malvagia strega e le ordinò di trasformare con un incantesimo la Principessa Ombretta in pietra. Così fu fatto.
Il Re, all’oscuro di tutto ciò e affranto dal dolore per la scomparsa della figlia, ordinò che venisse minuziosamente frugato ogni più remoto angolo del regno. A nulla valsero però gli sforzi congiunti dei sudditi; la bionda principessa dagli occhi azzurri era scomparsa.
Un bel giorno d’estate di molti anni dopo, a un pastore che governava il suo gregge nella Val Ombretta, parve di udire un canto di donna verso le pareti della Marmolada. Da principio non ci fece caso, pensando che ciò fosse dovuto al sibilo del vento che colà spira sovente.
Ascoltando meglio però, si rese ben presto conto che quello che lui udiva era veramente il canto triste di una donna che diceva:
Son de sass e no me muove (sono sasso e non mi muovo)
Son de crepa en Marmolèda (sono roccia in Marmolada)
Son na fia arbandonèda (sono una figlia abbandonata)
E no sèi per ci rejon (e non ne conosco la ragione)
Passarono gli anni e di questo tragico avvenimento nessuno più parlò, se non tra i montanari della Val Pettorina che si tramandarono di padre in figlio questa triste storia, così come giunta sino a noi.
Si dice che passando per la Val Ombretta e guardando con attenzione l’immensa parete sud della Marmolada, si possa scorgere, ivi scolpita nella roccia, l’immagine di una fanciulla che come vuole la leggenda, sarebbe proprio la bella e sfortunata principessa.
Si narra anche che la chiave del portone bronzeo rimase per molto tempo appesa al portale della chiesa di Sottoguda.
(Tratto da: Leggende Ladine delle Dolomiti – Union Ladins de La Ròcia 2007)”
Decido di non fermarmi per lo spuntino a Pralongià, ma scendere a Hutia Saraghes. Mai decisione fu più azzeccata poiché la mia attenzione viene completamente assorbita dal cartello che indica: “tagliatelle ai mirtilli con ragù di selvaggina” 😋 sazio e satollo trotterello a valle in quel di San Cassiano ad attendere il Bus di linea che riporta me e i miei umani bipedi all’auto parcheggiata a La Villa. Una passeggiata di circa tre ore per finire la giornata con oltre i 21000 passi di Bipede 🤣🤣🤣
Buona notte con la nostra pillola serale:
“Possiamo conservare la freschezza, la curiosità e la naturalezza della gioventù?
Si.
Ama i tuoi sogni, ti mantengono giovane”
Vediamo quale sogno mi riserva Morfeo.
Giornata dedicata alla cultura dei Grandi Progetti come è quello gestito da BBT (Brenner Basistunnel) che sta realizzando il tunnel ferroviario sotterraneo più lungo del mondo che, con i suoi 64 km, collegherà Fortezza a Innsbruck, accorciando il tragitto attuale dagli 80 minuti a soli 25.
Al finanziamento del progetto europeo Galleria di Base del Brennero partecipano l’Austria, l’Italia e l’Unione Europea e ha l’ambizione di liberare il traffico della Brennero dal trasporto su gomma.
Il risparmio di tempo inoltre consentirà uno sviluppo importante per l’import e l’export anche di molte aziende che oggi vedono nei tempi di percorrenza un ostacolo alla loro espansione.
Due sono i cantieri in Italia, uno a Mules ed uno a poca distanza da Fortezza nel cantiere del sottoattraversamento Isarco.
Gli altri tre cantieri si trovano in Austria. I lavori hanno visto l’inizio 2007, e la messa in funzione è prevista, secondo le ultime stime, nel 2032.
Altro aspetto importantissimo e attenzionato dal progetto è il basso impatto ambientale poiché lo scarto del materiale degli scavi viene reimpiegato per il calcestruzzo, così come l’acqua impiegata nel cantiere viene depurata e reimmessa nell’Isarco alla stessa temperatura salvaguardando così l’eco sistema vegetale e animale del fiume stesso.
Saluto: Virginia, Serena e Flavia le tre frese che ogni giorno perforano metri e metri di terreno augurando loro un buon lavoro. Ringrazio Alessio del team comunicazione di BBT che attendo in trasmissione a Radio Vacanze quanto prima, per raccontare, con maggiori dettagli a tutti gli ascoltatori radiofonici, questa grande impresa di cui siamo i protagonisti assieme a tutta la popolazione locale che supporta il progetto fin dall’inizio.
Vi ricordo che domenica 18 settembre 2022 è in programma la “Giornata delle Porte Aperte” presso il cantiere di Mules, una giornata in cui sarà possibile, per chiunque lo voglia, fare visita a questo sito.
A volte si passa vicino ai cantieri e l’unica cosa che si vede sono agglomerati di macerie e poi un giorno si utilizza un mezzo pubblico dimentichi di quando questo in tutto o in parte era solo una montagna di calcinacci. Ecco: entrare dentro, vedere, vivere anche solo per poco tempo quello che sarà il prossimo futuro reale è davvero emozionante.
Ora mi distraggo un po’ andando a fare shopping in quel di Brunico dove guidato dal fiuto trovo un’altra galleria🤣🤣🤣 quella del negozio di Tito Speack dove il mitico salume prende vita e inebria olfatto e gusto. 🤣🤣🤣
Torno alla base del mio “Sassetto” (Sass De Putia) e anche per stasera eccovi una perla dell’Alto Adige:
“Come la rosa, anche la vita è destinata ad avere delle spine … “
È bene ricordare che in questo luogo si può godere di innumerevoli passeggiate senza spostare l’auto. Una di queste, facile, anche se lunga è il giro che porta ai Laghi di Rina, si parte dopo il campo da calcio di Antermoia e si raggiungono i prati sovrastanti … il profumoso fieno appena tagliato invade tutti i sensi… due parole con il contadino e proprietario terriero e si riprende la salita che s’intervalla tra il sentiero in mezzo agli alberi e la strada carrozzabile, finalmente una passeggiata lontano dalla moltitudine di umanità che affolla alcuni dei sentieri montani. Passando per la Turnarecia un vecchio rifugio oggi chiuso si arriva al panettone del Col Dal Lech, un bellissimo prato verde dove gli alberi lasciano il posto ai bassi erbusti di mirtilli in un infinito viola dolcissimo.
Ed ecco che tra le vacche al pascolo arriva la visione del primo dei tanti laghi di Rina il Glittener See, lo strano è trovare un cuore piumato a oltre 2000mt 🤣🤣🤣
Una coppia di splendidi e maestosi cigni abitano questo lago alpino, in un paesaggio bucolico che invita a sedersi o meglio sdraiarsi con un filo d’erba tra le labbra ad osservare il muoversi delle bianche nuvole.
E invece lo schiavista del Papy è già in ripartenza destinazione Munt De Rina del resto dopo oltre tre ore di cammino ammetto di avere la panzotta che brontola a grancassa 🤣🤣🤣
Il bassotto simbolo del rifugio, non si è palesato, ma come si vede è anche nei biscotti delicatessen di pasta frolla offerti con il caffè 🤣🤣🤣👍🦎😉
Lungo il ritorno lo spuntino in questa passeggiata è offerto da madre natura e posso dire in abbondanza 😋🦎 tra mirtilli e lamponi passando per le fragoline di bosco.
Un’altra alba, un ciclo in un certo senso sempre uguale e sempre magnificamente diverso.
Giornata dedicata al godimento della natura tra i prati, sentieri nel bosco, ruscelli, alla ricerca di scoiattoli, che son certo che siano tutti partiti per le ferie in città. Un su e giù, più discesa che salita, che alla fine è costata un’unghia nera e due zampe molto doloranti alla Bipede umana 🤣🤣🤣 Niente auto, al Passo delle Erbe ci si arriva comodamente con il bus di linea che parte proprio di fronte all’hotel 👍🦎😉 destinazione Utia Schatzer, molto vicino a Bressanone, sul versante meridionale del Gabler, a 2004 metri sul livello del mare dove mi aspetta un cibo semplice, ma tipicamente altoatesino e una fantastica limonata al sambuco per ripristinare tutti i sali minerali dispersi nelle due ore e mezza circa di percorso.
Stavolta le uova all’occhio non me le faccio scappare 🤣🤣🤣😋 del resto devo mettere a dimora il carburante organico per il rientro 🤣🤣🤣
Nelle lunghe passeggiate montane una delle cose da fare è questa: “ogni spesso, fermati e guarda attorno a te” il cammino e la fatica spesso rende miopi, in questo modo potrete invece annusare l’aria, ascoltare i rumori del bosco, sentirsi ospiti graditi in questo mare verde.
Rientriamo che stasera mi aspetta la cena Ladina ed essendo l’ultimo giorno prima del rientro voglio proprio godermi tutto di tutto.
Nota di servizio: non dimenticate che all’Hotel Putia potete chiedere ed ottenere gratuitamente una card, valida tutta la settimana per circolare su tutti i mezzi pubblici dell’Alto Adige.
Cala il sipario e ancora una volta finisce la favola ladina del 2022, ciao Sass De Putia e hotel omonimo alla prossima.
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