Diamante piccante: tra murales e peperoncini
Oggi il diario ha il colore delle pareti dipinte e il sapore piccante che ti rimane sulla lingua anche dopo la parola “ciao”. Benvenuti a Diamante, la città dei murales e del Festival del Peperoncino, dove ogni angolo profuma di mare, arte e passione.
Io e la Bipede ci siamo lanciati in diretta con Radio Vacanze 📻, nel pieno di un tripudio di suoni, profumi e colori. Le strade erano piene di gente, musica e risate: un miscuglio che solo la Calabria sa regalare. Ma il vero protagonista non era né il mare, né le piazze, né i murales che fanno tanto “open air gallery”: era lui, il peperoncino, il re indiscusso di Diamante.
Storia piccante di un frutto viaggiatore
Eh sì, perché il peperoncino non è calabrese di nascita. Il suo viaggio comincia lontano, oltre oceano. Arriva dall’America Latina, portato in Europa nel 1493 da Cristoforo Colombo, lo stesso che — senza saperlo — stava cambiando il destino delle cucine mediterranee.
Gli spagnoli lo chiamavano ají, e in pochi anni questa pianta dal carattere deciso conquistò tutto il Mediterraneo. Facile da coltivare, colorato, vigoroso, ma soprattutto un degno sostituto del pepe nero, allora costosissimo.
In Calabria trovò subito casa. Terra fertile, sole che spacca le pietre, aria salmastra… insomma, il paradiso del piccante. Qui non divenne solo una spezia, ma un simbolo identitario. Dal sugo al salame, dal pane ai liquori, il peperoncino calabrese è entrato in ogni cucina, trasformandosi in un marchio di fuoco e passione.
Il Festival del Peperoncino: fuoco e festa
Passeggiando tra gli stand del Festival del Peperoncino di Diamante, capisci che qui non si tratta solo di gastronomia, ma di una vera e propria filosofia di vita.
Le bancarelle esplodono di rosso: file di peperoncini appesi come gioielli, profumi intensi che pizzicano l’aria, e ovunque gente che ride, assaggia, fotografa e si emoziona. È una festa che abbraccia tutti i sensi.
Mi raccontano che il peperoncino, in Calabria, non è solo roba da cucina: è anche tradizione popolare. Si appende fuori dalle case come portafortuna contro il malocchio, rosso come un talismano ardente. E in certi casi, veniva perfino regalato come simbolo di vitalità… anche amorosa 🤣🦎.
La verità è che questa pianta, oltre a dare fuoco al palato, ha sempre fatto sorridere. Sarà perché basta un morso a un calabrese doc per capire che il “piccante” qui non è condimento: è stile di vita.
In diretta tra fiamme e risate
E così, con la piazza piena di peperoncini stesi al sole, murales che occhieggiavano dai muri e turisti che si scottavano più per l’assaggio che per il sole, ci siamo collegati in diretta con Radio Vacanze. 🎙️
La Bipede, armata di microfono e professionalità, tentava di restare seria mentre gli occhi le lacrimavano per un assaggio “troppo coraggioso”. Io, da buon Geco Gaudenzio, me la ridevo di gusto tra il pubblico e le onde radio, convinto che questa città fosse l’unico posto al mondo dove puoi bruciarti la lingua… e il cuore insieme.
Ogni intervista era una scintilla: produttori orgogliosi delle loro salse “infernali”, cuochi che sussurravano segreti di cucina, turisti che scoprivano di avere limiti piccanti molto più bassi del previsto 🤣.
E intanto, i murales di Diamante osservavano tutto: santi, pescatori, visi di donne e volti di fuoco che sembravano prendere vita tra i vicoli. Un museo a cielo aperto che racconta la storia della città con la stessa intensità del suo frutto più amato.
Murales e passione
A Diamante, l’arte è ovunque. Le pareti parlano, i colori raccontano storie. Più di 150 murales decorano le case del centro storico, firmati da artisti provenienti da tutto il mondo. Ogni opera è un frammento d’identità: un volto, un simbolo, un’emozione.
Mentre cammino tra le vie dipinte, capisco che il legame tra l’arte e il peperoncino non è casuale. Entrambi bruciano, entrambi lasciano il segno. L’uno sulla pelle, l’altro nell’anima.
Diamante è un luogo dove colore e sapore si fondono: i pennelli raccontano il mare, i peperoncini raccontano la terra. E insieme danno vita a una città che non si dimentica.
Una fiamma che resta
Diamante non è solo il borgo dipinto dai murales o la cartolina perfetta della Riviera dei Cedri: è il posto dove il peperoncino ha trovato il suo regno. Una fiamma che arde da secoli, arrivata da lontano ma ormai parte dell’anima calabrese.
E se vi chiedete cosa resta di questa giornata, la risposta è semplice: un po’ di fuoco in gola, tante risate e il ricordo di una diretta radio che sapeva di rosso, di mare e di passione. 🌶️🦎🤣
Articolo a cura di Geco Gaudenzio, per Goditilavita.it.
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