EustachiORA Milano: vino, storie e degustazioni
Nel cuore di Milano, a due passi da Porta Venezia, c’è un distretto dove non ci si limita a bere vino: lo si ascolta, lo si respira, lo si vive. Si chiama EustachiORA e, dal 5 al 13 maggio, torna a stappare emozioni con la sua formula itinerante che trasforma i locali del quartiere in vere e proprie tappe del gusto.
Qui il vino non si degusta: si racconta. Non si serve: si condivide. E io, Geco Gaudenzio, vi accompagno zampettando tra un calice e l’altro, alla scoperta di un’edizione che ha il sapore delle cose fatte bene. E con amore.
EustachiORA: il quartiere con l’accento sul vino
Dal 2018, EustachiORA Milano è diventato un piccolo fenomeno cittadino. Un antidoto alla frenesia urbana, un modo nuovo di vivere il quartiere.
Qui, la cultura del vino incontra l’autenticità dei bar e bistrot di zona. Non ci sono sommelier con il papillon o location da copertina: ci sono persone vere, bottiglie scelte con cura e storie da ascoltare tra un sorso e l’altro.
In quel fazzoletto di Milano, ogni mese si aprono bottiglie e si spalancano storie: quelle di chi il vino lo fa con le mani sporche di terra e il cuore pieno di vendemmie.
Il format: semplice, geniale, godurioso
Due locali aderenti, una cantina ospite, tre vini in degustazione. Con 15 euro in tasca (e un sorriso curioso), si parte dalla prima tappa e si ottengono tre degustazioni, più un brindisi bonus da godersi alla fine del percorso.
Si può partecipare in qualunque giorno della settimana: niente stress, niente orari rigidi. Solo libertà di movimento… e di sorseggio.
Questo maggio si brinda in compagnia de La Piotta, realtà vitivinicola dell’Oltrepò Pavese che porta avanti con orgoglio una lunga tradizione agricola, tra filari, famiglia e rispetto per la terra.
La Piotta: vigna, famiglia e futuro nello stesso calice
Nata nel 1985 grazie alla visione di Luigi Padroggi, che alla vigna ha sempre preferito le mani sporche alla cravatta, La Piotta è oggi una realtà biologica nel cuore dell’Oltrepò Pavese, dove la natura non è un’idea di marketing ma una promessa quotidiana.
Gestita ora da figli e nipoti – Gabriele, Mario, Enrico e Luca – l’azienda si estende su 15 ettari di vigneti con una produzione annua di circa 70.000 bottiglie. Tutto avviene in casa: dalla raccolta alla vinificazione. Ma è il rispetto per il suolo e la visione sostenibile che rendono questa cantina speciale.
Qui si lavora con la terra e per la terra, mettendo al centro il benessere del suolo, delle persone e del bicchiere.
E in mezzo alle vigne, spiccano nove ranghi ultracentenari di Pinot Grigio, piantati nel 1930 e ancora oggi produttivi. Una rarità che profuma di memoria, radici e orgoglio agricolo.
Tre vini, tre esperienze da bere con lentezza
🥂 Primo calice – Nature
Sapori Solari – Via Stoppani 11
Spumante metodo classico, dosaggio zero, 100% Pinot Nero. Elegante, sobrio, profondo.
Nel bicchiere si muove con una finezza disarmante: bollicine leggere e regolari che sembrano raccontare una storia ad ogni risalita. Il profumo ricorda una panetteria d’altri tempi, con note tostate e accenni di frutta secca che fanno subito casa.
Al sorso è secco, pulito, affilato. Una carezza fresca che non grida, ma conquista. Perfetto come aperitivo, ottimo con finger food, sushi e chiacchiere leggere.
🍾 Secondo calice – Misunderstanding
Sempre da Sapori Solari
Il nome è ironico, ma il vino è chiarissimo nel suo messaggio: vivacità e freschezza.
Un vino bianco vivace, nato da uve di Riesling Italico e riportato in fermentazione direttamente nella bottiglia, come si faceva una volta. Giallo velato, naso fragrante con sentori di pera, pepe bianco e fiori bianchi.
In bocca si muove leggero, con bollicine discrete che accarezzano il palato. Il finale è asciutto e leggermente mandorlato, di quelli che restano in bocca quanto basta per far desiderare il bis.
🍷 Terzo calice – Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC
Polpetta D.O.C – Via Eustachi 8
Un rosso limpido, con sfumature che virano al granato e un bouquet che racconta di boschi dopo la pioggia e spezie dolci: il Pinot Nero de La Piotta ha stile da vendere e una personalità tutta sua.
In bocca scorre rotondo, caldo, con tannini che non graffiano ma accarezzano, lasciando una scia morbida come un ricordo che non vuoi dimenticare.
Ideale con carni rosse, formaggi stagionati e cene lente.
Come vivere al meglio EustachiORA (secondo me!)
- Slow is sexy: hai tutta la settimana per gustarti i vini. Non fare tutto in un giorno: lasciati il tempo per assaporare e tornare.
- Parla con chi ti serve: i locali aderenti non sono solo punti di mescita, ma persone curiose e appassionate. Fatti raccontare, ascolta, chiedi.
- Prendi appunti (anche mentali): ogni vino lascia una traccia. Se uno ti colpisce, segnatelo.
- Abbina bene: anche se il vino è protagonista, un bel tagliere o una tartare al momento giusto possono fare la differenza.
Molto più di vino
EustachiORA è l’esempio perfetto di come un quartiere possa trasformarsi grazie alla cultura, all’enogastronomia e alla voglia di condividere.
Non è solo un evento sul vino, è un laboratorio urbano di umanità: si brinda, si parla, si conosce gente.
Ogni tappa è un invito a rallentare. Ogni calice, una piccola storia da bere fino in fondo.
Io, Geco Gaudenzio, un salto ce lo farei eccome… e se fossi in voi, comincerei già a lucidare i calici!
Cin cin, e goditilavita sempre.
Articolo a cura di Geco Gaudenzio, per Goditilavita.it.
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